quarta-feira, 17 de dezembro de 2008

A arte de cozinhar







SITE QUEROCOMER
A Escola de Gastronomia de Brasília nasce com a mesma proposta da cidade que leva no nome: ser um território livre e democrático.

Nessa capital das panelas e fogões qualquer chef tem espaço para formar suas turmas e ministrar aulas, assim como cozinheiros amadores podem convidar grupos de amigos para animados eventos ao redor dos fogões.

Na abertura da escola, no último dia 9, ficou claro o clima que a chef Ana Toscano idealizou para o seu mais novo projeto. Pilotando as caçarolas, simultaneamente e em grande estilo, estavam Paulo Mello (Dona Lenha), Jozyanne Costacurta (Cielo), William Chen Yen (Babel), Luciana Barbo (Jornal Hoje em Dia), Antonello Monardo (Café Antonello Monardo), Salti Sun (Grande Muralha), Maria de Fátima Hamú (Lagash), Venceslau Calaf (Calaf), Suzana Leste (Villa Tevere), Viviane Costart (Unieuro) e Simon Lau (Aquavit).
Escola de Gastronomia de Brasília

A escola de Ana Toscano é dividida em três ambientes, duas cozinhas – com todos os utensílios necessários para cozinhar e ministrar aulas – e um espaço dedicado à cultura da Itália, chamado Parlando Italiano – com salas de aula para aprender o idioma, ler um livro daquele país e também para tomar um café espresso ou o napolitano sospeso. Um quarto espaço está em construção e vai funcionar como estúdio do programa Temperando a Vida, da chef Ana Toscano.

As cozinhas podem ser reservadas pelos chefs e pelos cozinheiros amadores ao preço de R$ 300,00. A escola oferece toda a estrutura para aulas com equipamentos e um funcionário à disposição. O contratante precisa levar apenas os ingredientes para o preparo das receitas. Os dois espaços comportam até 20 pessoas. O valor dos cursos varia de R$ 120,00 a R$ 180,00.

Os cursos

Os chefs da cidade podem reservar as cozinhas para ministrar cursos gastronômicos. Segundo Ana Toscano, a idéia é que os alunos saiam da escola dando um show na cozinha de casa.

Esta semana já começam as aulas. Nesta terça-feira, dia 16, a chef ministra o curso de massas e molhos (R$ 120,00), das 20h às 23h.

As crianças também têm espaço na escola. Todas as segundas, quartas e sextas-feiras, das 14h às 18h, as aulas são especiais para atender ao público infantil (R$ 200,00, os três dias de curso). Esta semana os pequenos aprendem pizza árabe, sorvete de ovomaltine, suco de laranja com morango, milk-shake de banana, biscoito de queijo, brownie de chocolate, biscoitinhos decorados, enroladinho de salsicha e delícia de tutti frutti.


Serviço
Escola de Gastronomia de Brasília
Endereço: CLS 201 bloco B loja 9 – Asa Sul
Telefone: (61) 3226-5650
Funcionamento: segunda a sábado, das 14h30 às 17h30 e das 20h às 23h.

sábado, 13 de dezembro de 2008

CI RIMANE SOLTANTO IL BRASILE


CI RIMANE SOLTANTO IL BRASILE

Di Max De Tomassi
giornalista, conduttore del programma “Brasil” su Radio 1 Rai FM, in onda ogni venerdi' www.radio.rai.it/RADIO1/radiounomusica/zoom_credits.cfm?Q_PERS_ID=510)

Amici carissimi! Eccoci qui, a dicembre, a fare, tutti quanti, un bilancio di quello che è stato l'anno appena trascorso. Meditando sul triste periodo storico, sulla crisi economica e sullo smarrimento morale che il mondo occidentale sta vivendo in questi ultimi tempi, voglio augurare a tutti i lettori di "Musibrasil" un felicissimo Natale e un nuovo anno carico di buone prospettive, di salute, amore e soddisfazioni, il tutto accompagnato da uno scrosciante arrivo di denaro, soldini, «din din», come direbbero i brasiliani.
E ovviamente desidero che tutti coloro che non hanno ancora conosciuto il Brasile, per un motivo o per l'altro, possano finalmente intraprendere quel viaggio che, come è successo anche a me, è in grado di cambiare in meglio la vita di ognuno di noi. Il viaggio in Brasile, anche quando è molto frequente, non diventa mai routine. Almeno è quello che penso e che è successo finora a me.
Nel mese scorso ci sono andato due volte, sette-otto giorni per ciascuna trasferta, con una trasvolata oceanica che a volte è una vera e propria "ammazzata" ma che, come ho detto tante volte, si dimentica quasi subito se ci si abbandona alle delizie del posto. Il problema è al rientro. Le 12-15 ore del volo (inclusi gli scali) passano abbastanza presto, se si considerano le varie distrazioni che le buone compagnie aeree possono offrire attualmente. Se poi si può viaggiare in business è ovviamente tutta un'altra cosa.
Ci sono sempre almeno due tipologie di viaggio: quello che si affronta per lavoro e quello chiamato «vacanza». Nel primo caso i comfort sono molto importanti e, visto quello che si paga viaggiando nella classe superiore, devono fare la differenza. Nel secondo è la meta ad essere l'unica attenzione del viaggiatore che, compatibilmente con le minime dotazioni indispensabili delle varie compagnie che fanno la spola tra Italia e Brasile (comodità delle poltrone, spazio sufficientemente largo tra le file, pasti decentemente appetitosi, visione di film e documentari), non vede l'ora che l'aereo atterri per arrivare finalmente a godersi qualche meritato giorno di vacanza in una terra - il Brasile, appunto - che ci riserva sempre meravigliose emozioni.
Ma, come dicevo, è un certo comune sentimento di delusione, di tristezza che, al rientro in patria, si riscontra nelle due tipologie di passeggeri. Se il turista infatti torna a casa già con la saudade di Rio de Janeiro, di Bahia o delle spiagge del nordest, l'uomo d'affari, dopo una full immersion nella realtà imprenditoriale, burocratica ed economica brasiliana attuale, generalmente viene preso dallo sconforto già nel leggere la spiegazzata copia del Corsera, del Messaggero o di Repubblica che la solerte hostess di business oI titoli e le notizie sono sempre le stesse: in Italia l'economia non riparte, tasse e aumenti ci svuotano le tasche, le periferie delle città continuano la loro "discesa" nel degrado e nella ingovernabilità. Il tutto ci sembra incredibilmente tragico e insormontabile. Ci chiediamo tutti «Ma chi ce lo fa fare...». E poi decidiamo tutti di restare.
In questo che è un paese unico al mondo, che amiamo per le ricchezze storiche e architettoniche che custodisce, per l'incanto delle sue bellezze naturali, per l'antica e profonda umanità della sua gente. Ma sono tutte caratteristiche che purtroppo appartengono al nostro passato, a una cultura che viene da un tempo lontano. Non siamo adesso in grado di rinnovare questi concetti, di rivitalizzare ciò che ha trasformato, nei secoli, l'Italia e la sua gente in un mito. Il problema è trovare ora la coscienza e la forza per crescere e cambiare e tornare ad essere quelli di un tempo, e ridare valore a tutte quelle cose e quei concetti che ne hanno davvero.
Chi sta cambiando invece è il Brasile, senza facile retorica o demagogia. E' l'impressione delle persone con le quali ho affrontato questi ultimi miei viaggi, gente che, pur non frequentandolo così assiduamente, hanno colto, negli sguardi della gente per la strada, nelle notizie date dai giornali e dalle televisioni, da un impressione generale insomma, dei miglioramenti evidenti che sono il naturale risultato di una crescita sociale e politica che da anni sta trasportando il Brasile, questo colosso grande tre volte l'Europa e popolato da duecento milioni di persone, tra le più importanti nazioni della terra. Per chi lo frequenta da 26 anni, quello di poter introdurre questi miei compagni di viaggio, evidentemente interessati a progetti di carattere professionale, in un paese sempre più lontano da quell'etichetta di "Terzo mondo" con cui è stato identificato fino a pochi anni fa, è una conquista vera e propria.
Ed è per questo che, oltre alle eccellenti opportunità turistiche che questo paese può offrire, è bene considerare le molteplici alternative nel campo imprenditoriale che il Brasile è in grado di dare a coloro che, dall'Italia e da altre parti del mondo, volessero ampliare il loro raggio d'azione professionale, puntando su una realtà in grande sviluppo che in più porta dentro di se questa forte caratteristica di italianità che non fa altro che aumentare il valore delle "carte" che siamo in grado di giocarci, noi, su questo tavolo giallo-verde. E poi c'è la grande umanità, di cui ho parlato spesso in questo taccuino e che sorprende sempre positivamente il viaggiatore, l'italiano che sceglie di conoscere il Brasile.
L'opinione comune, quando si inizia a conoscere un po' la gente del posto, soprattutto fuori dalle grandi città, è quella di trovarci di fronte a un'Italia degli anni Cinquanta in cui tutti si aiutano, in cui i portoncini delle case si lasciano aperti e dove si incontra sempre disponibilità e partecipazione nell'ascoltare i problemi degli altri. «Mi sembra un'Italia degli anni Cinquanta», è quello che dice la maggior parte della gente che per la prima volta arriva in Brasile e che scopre la bellezza della loro umanità.
A novembre sono stato a Rio de Janeiro, São Paulo e Brasília. E' sempre il lavoro che mi spinge a questi tour de force; ma mi sorprendo ancora nel rendermi conto che lo stress del viaggio lascia subito il posto a un'energia e una grande voglia di vivere questo posto come se fosse la prima volta. A São Paulo, grazie all'amica Mafalda Minnozzi, ho avuto il piacere di parlare con uno dei più grandi cineasti brasiliani, Bruno Barreto. L'ho intervistato per "Brasil", un incontro tra i più emozionanti realizzati in questi otto anni di trasmissione. Mafalda me lo aveva descritto come un tipo molto sulle sue, avendo avuto l'occasione di conoscerlo durante la realizzazione del film "O casamento de Romeo e Julieta" per il quale Mafalda aveva scritto e interpretato un brano per la colonna sonora.
Al suo arrivo in hotel, di fronte al microfono del mio registratore, il ghiaccio si è rotto subito: lui si è ricordato di un nostro antico incontro fatto a Roma, ha aperto il suo sorriso e le domande sono venute così, spontaneamente, una dopo l'altra, con Mafalda che era in gran forma, io felicissimo di rendermi conto che l'intervista stava andando benissimo e lui contento del suo italiano quasi perfetto, divertito nel rispondere e parlare della sua straordinaria carriera.
Un regista che a 21 anni aveva già diretto uno dei più bei film della cinematografia mondiale degli ultimi 50 anni, "Dona Flor e seus dois maridos" e che, attualmente, grazie a "Gabriela", "Bossanova", "View from the top" e il recentissimo "Last stop 174", è considerato il più internazionale dei cineasti brasiliani. L'intervista andrà in onda in una delle prossime puntate di "Brasil", esattamente domenica 28 dicembre, per farvi gli auguri di Capodanno.
Dopo São Paulo, a Brasília ho rivisto il caro amico Sandro Melaranci, ex proprietario del Manuia, il locale-piano bar che negli Anni 70 e 80 era considerato a Roma una sorta di ambasciata culturale del Brasile in Italia. Fu il primo palco del nostro caro amico Jim Porto che ora, a distanza di 30 anni dal suo arrivo, è uno dei principali divulgatori della musica brasiliana nel nostro paese.
Sandro ha messo insieme a Brasília una piccola comunità di nostri connazionali, essendo in contatto con alcuni imprenditori emigrati da qualche anno in Brasile e che, in un certo senso, contribuiscono alla popolarità del nostro made in Italy. Tra di loro c'è un certo Antonello Monardo che, dalla Calabria, è venuto fin qui per fare conoscere ai brasiliani la cultura di un prodotto come il caffè che, pur coltivato e raccolto da sempre da queste parti, non ha raggiunto ancora quella considerazione, quel rispetto che noi italiani gli dedichiamo nel rito che lo vede protagonista e che consumiamo al bar oppure in casa con la nostra moka.
La cosa che mi ha più colpito e divertito è sapere cosa dice Antonello del caffè nei suoi corsi da gourmet a quei brasiliani che vogliono imparare l'arte di prepararlo, servirlo e degustarlo: «A voi che siete così sempre attenti alla temperatura della vostra birra preferita, quante volte avete restituito al vostro barman una "bionda" non troppo gelata? Cento volte almeno! E quanti caffè tiepidi o mal fatti avete rifiutato? Abbiate più rispetto per il vostro caffè! Per noi, in Italia, è uno dei momenti più importanti della giornata! E' un valore del vostro Brasile».
Dopo Brasília eccomi di nuovo a Rio de Janeiro, questa volta per collaborare alla realizzazione di uno dei più importanti programmi giornalistici di approfondimento della Rai, "Speciale Tg1", che il giornalista Tonino Pinto, da anni frequentatore ed appassionato della cultura brasiliana ma conosciuto al grande pubblico per essere un grande esperto di cinema italiano ed internazionale, ha voluto dedicare ai 50 anni della bossa nova e ai 100 anni del samba. Tonino ha voluto incontrare, a casa loro, i principali protagonisti di questi due mondi musicali che da mezzo secolo si "parlano" con il loro linguaggio musicale e con la loro originale poetica. Non posso rivelarvi molti dettagli, visto che considero una vera sorpresa e un'occasione rara per la musica brasiliana questo spazio divulgativo così prestigioso.
E' ovvio che vedremo e ascolteremo i principali personaggi che hanno creato e diffuso questi stili musicali nel loro paese e nel resto del mondo. Ma anche i più importanti rappresentanti della nuova generazione che continuano, nel rispetto della tradizione, un lavoro di attualizzazione e rivalutazione di un prodotto tipicamente nazionale di eccellente valore culturale e che, come ben sappiamo noi di Musibrasil, è sempre pronto all'esportazione.
http://musibrasil.net/articolo.php?id=2418

sexta-feira, 12 de dezembro de 2008

Correio Braziliense = Escola de Gastronomia de Brasília + Curso Parlando Italiano






Um presente de Natal
Brasília, sexta-feira, 12 de dezembro de 2008

Jane Godoy
Com Sophia Wainer

Uma grande e antiga idéia foi colocada em prática pela irrequieta chef Anamaria Toscano: instalar um curso de gastronomia diferente, ao qual tivessem acesso não só outros chefs como aficionados que quisessem preparar, eles mesmos, o menu para os próprios convidados.

Saiu então da mente de Ana e do papel a Escola de Gastronomia de Brasília. Inaugurada na terça-feira com grande número de convidados e amigos chefs de outros restaurantes, como Salti Sun, da Grande Muralha; Fátima Hamú, do Lagash; Susana Leste, do Villa Tevere; Venceslau Calaf, do Calaf; Viviane Cortat, da Unieuro; Simon Lau, do Aquavit; William Chen Yen, do Babel; Fernando Cabral, do Sonoma; Paulo Mello, do Dona Lenha; Jozyanne Costa Curta, do Cielo; Jael Silva, do Carpe Diem; e Christina Costa, de O Convento.
No corredor de entrada da escola, na 201 Sul, há uma exposição de fotografias da primeira missa de Brasília, em comemoração antecipada do cinqüentenário da cidade. Uma das fotos foi presente de dona Sarah Kubitschek ao pai de Ana, Osvaldo Zanello, que participou da missa histórica e está em uma das fotos.

A grande novidade é que vão unir a arte da gastronomia e a de comer e cantar. “Mangiare, parlare e cantare” é a ordem, segundo o calabrês Antonello Monardo. Criaram uma escola de italiano no subsolo, para atender a vários níveis de aprendizado daquele idioma. “Do zero ao avançado, vamos ensinar italiano cozinhando, degustando pratos, cantando belas canções di Itália”, conta o entusiasmado Antonello.

terça-feira, 9 de dezembro de 2008

PARLANDO ITALIANO ... cantando, mangiando, viaggiando .....




Vem conhecer o “Parlando Italiano” centro de cultura italiana em parceria com a Escola de Gastronomia de Brasília e a Câmara ítalo-brasileira de comércio e indústria de São Paulo.
Parlando Italiano é curso que traz inovação no ensino da língua e cultura italiana. Em parceria com a “Escola de Gastronomia de Brasília” todos poderão degustar e conhecer a história e cultura da legítima gastronomia regional italiana, através de cursos especiais.
Professores e alunos interagem em sala de aula criando situações do nosso cotidiano para melhor aprendizado da língua italiana integrando o estudo do idioma através de um intercambio direto com a Itália.

ESCOLA DE GASTRONOMIA DE BRASILIA de ANA TOSCANO a OFELIA DE ARMANI



Inaugurada a Escola de Gastronomia de Brasília de Ana Toscano, considerada por alguns críticos a OFELIA DE ARMANI.